E’ stato pubblicato
nei giorni scorsi il bando per l’appalto dei
lavori relativo al 2° lotto della costruzione della nuova casa comunale,
meglio nota come “vergogna” o “mostro” di Sassano. L’importo previsto è di 700mila euro e una
significativa parte della copertura sarà garantita con risorse della ex legge
32/92, cioè la legge sulla ricostruzione delle opere post terremoto del 23
novembre 1980. Non è l’unico appalto posto a concorso. Il prossimo primo marzo, data di scadenza, dovranno essere presentate anche le proposte
per un appalto relativo ad opere di riqualificazione degli spazi pubblici per
un importo di oltre un milione di euro. E, le commissioni di valutazione sono
previste per il 2 (ecomostro) e 8 marzo(riqualificazione).
Sono gli ultimi atti
di un’amministrazione allo sbando che, mentre rantola esalando gli ultimi
respiri, tenta di riorganizzare le fila
e contemporaneamente di porre in essere, a meno di un mese dalle elezioni
amministrative, atti e decisioni che potrebbero essere gestite da altri
amministratori.
In tutto ciò, nei
tempi e nei modi vi sono ampie aree di ambiguità. L’arroganza con cui questa
amministrazione capeggiata da un sindaco “già defenestrato” dai suoi, in quanto
improponibile ed incapace di costruire una proposta elettorale credibile - e da
un vice, burattinaio di tutto quanto viene deciso nell’ambito amministrativo,
ed in cerca di collocazione ed una nuova verginità politica da proporre ad un
“popolo” credulone che da tempo ha ormai rinunciato alla propria dignità – è
sotto gli occhi di tutti ed invece di desistere decide di continuare a seguire
la strada intrapresa, creando allo stesso tempo un “ambiente” da fine regime. Un ambiente nel quale altri burattinai si
affacciano all’orizzonte cercando di riempire il vuoto di rappresentanza e
disorientamento, riciclando professionisti in cerca di trasferimenti,
carrieristi che utilizzano la leva della politica come gli atleti l’asta per il
salto in alto, cambiando il colore della maglietta in funzione degli obiettivi
personali del momento e dell’onda da cavalcare a seconda delle convenienze…
Appare “strano”,
agli occhi di noi comuni mortali, come
si corra per decidere a pochi giorni dalle elezioni su appalti con importi
significativi per un comune sull’orlo della bancarotta (che dire
dell’esposizione di cui si vocifera di oltre un milione di euro con il
consorzio di bacino Sa3 e le aziende ad esso facenti capo?) e che non più tardi
di qualche mese fa ha dovuto riciclare migliaia di cartelle esattoriali cadute
in prescrizione e che erano state messe in bilancio al solo scopo di salvare le
poltrone, salvo poi far marcia indietro a fronte dei ricorsi proposti dagli
utenti al giudice di pace.
Ci chiediamo come
mai e perché si cerchi di decidere, con urgenza ed un’efficacia che farebbe
invidia alla Svezia, su importi rilevanti ( quasi 2 mln di euro) in un periodo elettorale che in questo comune
si appresta ad essere determinante. Siamo certi che l’amministrazione uscente
vuole farlo solo per evitare che si privilegi qualcuno in particolare ponendosi
super partes; che gli interessi di tutti, ed al di sopra di tutto, quello
pubblico, siano garantiti e che l’appalto vada al miglior e più capace
offerente. Sicuramente non vi sono interessi particolari da tutelare e
garantire; non vi è dubbio che lo si fa solo ed esclusivamente nell’interesse
del popolo sovrano… Di un popolo che però si chiede come e perché (???) a
fronte di opere post terremoto ancora incompiute ed in attesa di assegnazione
di risorse finanziarie, di case che
rischiano di trasformarsi in ruderi (tanto ormai la prima la seconda ed anche
la terza di qualche “compare” è stata ristrutturata), di strade impercorribili
e nelle quali il servizio di nettezza urbana viene assicurato si e no due o tre
volte l’anno, si decida di destinare
parte di quelle risorse alla costruzione di una vergogna architettonica degna
icona di un’amministrazione “ignorante”del concetto di priorità e
programmazione… Sicuramente l’immagine da “porto delle nebbie” del palazzo
comunale è solo la visione stereotipata di irriducibili avversari politici che
si ostinano a non ammettere l’esempio di trasparenza cristallina, degna di una
sorgente alpina, che in questi lunghi anni di sviluppo, e non di becero
oscurantismo, gli amministratori in
carica hanno costruito a mò di esempio.
E, mentre tutto
brucia, qualcuno, come Nerone, canta all’indirizzo di opere faraoniche, mentre
c'è chi spera che un giorno i posteri, guardandole, si ricordino di tale vergogna e dei suoi
ideatori. Noi non possiamo far altro che sperare, che chi ha mezzi e strumenti
per vigilare lo faccia garantendo trasparenza e legalità e cercando di far
venire a galla le vere ragioni di tali sciagurate decisioni. E,nell’attesa che
chi si appresta a presentare una propria proposta elettorale, anche su questo
decida di battere un colpo trovando risposte e ripulendo l’aria dal nauseante
odore di “marcio che dalla Danimarca giunge fin sotto le nostre finestre”…
Sarebbe già un significativo passo avanti ed una sicura evoluzione in quanto a
coscienza civica.
Pubblicato il 14 febbraio
2010
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